Celebriamo, con i due numeri speciali (il 9 e il 10) della nostra rivista annuale, il quarantesimo anniversario del nostro Istituto e i 70 anni dalla nascita della Gestalt Therapy. Nel numero 9, in particolare, abbiamo ripercorso la nostra storia, il nostro legame con i grandi maestri che ha plasmato le origini del modello e le ricerche che ci hanno condotti a evolverne una nostra interpretazione, una nostra via, che oggi ci consente di parlare di modello GTK.
Condividiamo di seguito un estratto dall’articolo della dott.ssa Valeria Conte “Quarant’anni di Gtk tra teoria, ricerca e pratica clinica”.
Le relazioni umane nel loro agire e divenire sono al centro degli studi della GT, che, come sappiamo, ha alla base due importanti teorie: la Teoria del Contatto e la Teoria del Sé.
La Teoria del Contatto indaga cosa succede al confine tra Organismo e Ambiente e studia le modalità di incontro delle persone. Attraverso la microanalisi dell’episodio di contatto e la descrizione dei contatti dell’Organismo con l’Ambiente, è possibile notare la correlazione tra la qualità di questi contatti e le situazioni di salute o disagio psichico.
La Teoria del Sé invece si occupa di cosa succede dentro l’Organismo nel momento in cui Organismo e Ambiente si incontrano. Rispetto alla precedente, questa teoria si focalizza più sul Sé, studiando cosa succede a un dato Organismo nel momento del contatto. Mentre la Teoria del Contatto descrive il processo del contattare, la Teoria del Sé guarda a chi è e cosa sente il soggetto nel momento dell’incontro. […]
La novità della GT rispetto a queste due teorie è l’introduzione del concetto del Sé come funzione. La Teoria del Sé in GT si fonda sul paradosso di teorizzare l’interiorizzabile, di cogliere l’esperienza nella sua continua mutevolezza; per tale ragione, Goodman ritiene indispensabile, come unica via possibile, trasferire in ambito clinico una rigorosa metodologia fenomenologica.
Dal punto di vista epistemologico, il Sé viene quindi concepito in GT come un evento esperienziale che ha luogo nell’attualità fenomenica. Il campo esprime sia la percezione dell’organismo che quella dell’ambiente e le sue forze sono date dalle percezioni di tutti gli elementi. Il campo può dunque essere definito come un processo relazionale che avviene nel qui-e-ora, in senso olistico e gestaltico, in quanto non include solo la figura ma anche tutto ciò che le è ‘opposto’ e le fa da sfondo.
Questo vuol dire collocare il Sé in posizione mediana tra Organismo e Ambiente. Non possiamo cogliere niente se non attraverso la nostra esperienza, ma nello stesso tempo non siamo mai solo noi stessi, siamo anche il fenomeno in cui siamo inseriti. Afferma Salonia che «il Sé in GT non è un homunculus, un quid, ma una funzione. Il Sé è l’Organismo in contatto e ha, tra le altre, tre strutture importanti abitualmente così descritte: l’Es (il corpo da cui emerge il movimento verso: ‘Cosa sento’), l’Io (per far proprio o alienare quello che emerge: ‘Cosa voglio’), la Personalità (l’assimilazione dopo il contatto: ‘Cosa sono diventato’)». «Come aspetti del Sé in un semplice atto spontaneo, l’Es, l’Io e la Personalità sono infatti gli stadi principali dell’adattamento creativo: l’Es è lo sfondo dato che si dissolve nelle sue varie possibilità, […] L’Io è l’identificazione pro- gressiva con le varie possibilità nonché la loro eventuale alienazione, […] La Personalità è la figura creata che il Sé diventa e assimila all’organismo, unendola ai risultati della crescita precedente».
[V. Conte, “Quarant’anni di Gtk tra teoria, ricerca e pratica clinica”, Rivista GTK 9, 2023]