La storia è piena di esperienze conflittuali, di drammi tra fratelli, da Caino e Abele (Salonia, 2007), a Romolo e Remo, fino al mondo d’oggi. Potremmo applicare al fratello ciò che Sartre afferma in Huis clos: “l’enfer, c’est les Autres” (Sartre, 2000). Franco Petrucci afferma che questa dinamica così carica di tormento rivalitario del legame fraterno è stata oggetto di studio della psicoanalisi, anche se in realtà Freud non si dedicò al complesso fraterno così come fece per il complesso edipico, trascurando le dinamiche interne alla relazione tra fratelli e al ruolo che svolgono nello sviluppo psichico e affettivo infantile (Petrucci, 2008). Il complesso fraterno alimenta i fantasmi dell’inconscio così come quello edipico. Esso è infatti riferito a un insieme organizzato di desideri, vissuti, rappresentazioni mentali che il bambino prova nei confronti del fratello che nasce. E’ caratterizzato dall’ostilità verso l’altro, il rivale, l’intruso, con cui deve dividere mamma e papà, unico e identico oggetto d’amore. Paura dell’esclusione e del rifiuto sono le angosce più profonde che prendono corpo nella figura del fratello e suscitano inquietanti desideri di morte e distruzione.
Paola Aparo, Oltre l’Edipo, un fratello per Narciso, in Paola Aparo (ed.), Un fratello per Narciso. Gestalt Therapy e fratria, Cittadella Editrice, Aprile 2018, pagg. 17-18