Caro Erving, è triste aver saputo che ci hai lasciati anche se ormai la tua lunga esistenza da tempo ci preparava a questa notizia.
102 anni: che benedizione sei stato per i tantissimi che ti abbiamo incontrato!
Per più di dieci anni sei venuto con costanza nel nostro Istituto. Eri anche contento del fatto che noi, i tuoi amici della Sicilia, avevamo fatto conoscere i tuoi scritti nella lingua di Dante. Non dimenticheremo mai la tua sapienza, il tuo sentirti profondamente interessato e aperto per cui aprivi il nostro cuore e i nostri occhi a nuovi orizzonti di crescita e di pienezza.
È stato un dono della vita averti conosciuto, averti invitato, così come essere venuto per due mesi a San Diego per imparare da te la Gestalt Therapy.
Sei stato geniale nell’essere gestaltista secondo il tuo stile. Non come Perls. Non come From. Ma la GESTALT dei Polster. Simpatico il fatto che tu non ti riconoscevi nella teoria di From e che From accettava sorridente che gli venisse dedicato un libro di cui non condivideva alcune parti.
Il grande rispetto e la stima con cui ti accostavi a me mi trametteva una vicinanza che attraversava e superava – come mi hai scritto nella bella dedica al tuo ‘Ogni vita merita un romanzo’ – le barriere linguistiche.
Mi porto dentro i lavori fatti con te. Li ho raccontati – anche se in modo velato – per ringraziarti della comprensione acuta (in una immagine sintetizzavi anni di sofferenza) e della compassione che mi donavi.
Anche le nostre strade teoriche si sono differenziate – lo sai – ma non ho fatto altro che tornare al tuo terapeuta e maestro Isador.
Grazie Erving, per quel senso di profonda implicita comprensione che ritrovavo nei nostri sguardi.
Per decenni hai dato a ogni persona che hai incontrato il dono di lasciarti affascinare dalla sua vita e di trasformare così ogni esistenza in un’opera d’arte.
Giovanni Salonia
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Di Erving e Miriam Polster ricordo già dal primo seminario formativo, nel 1983, l’eleganza come coppia terapeutica: l’acutezza teorica e clinica di Erving e la raffinatezza e la capacità di cogliere le sfumature di Miriam. Dei nostri incontri mi ha sempre colpito la capacità di superare ogni barriera linguistica: spesso mi trovavo a rispondere loro prima ancora di aver ascoltato la traduzione.
Anche quando le parole erano incomprensibili, insomma, arrivavano in profondità e ci si sentiva raggiunti da un’emozione forte e significativa.
La loro Gestalt ci ha dato il senso profondo del rispetto del paziente, dell’eleganza e dell’accuratezza del lavoro terapeutico.
Valeria Conte
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Ricordo come ora il senso di umanità che ho vissuto negli incontri con Erving . Mi porterò sempre il suo pensiero che la psicoterapia è nella vita quotidiana. Grazie Ervingù
Bruno Foti
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La prima volta che ti ho visto eri in coppia con Mirian. Eravamo a Venezia, eravate gli stranieri invitati a tenere un seminario. Eri alto, robusto e quando lavoravi ti piegavi in avanti verso l’altro accorciando in tal modo la distanza interpersonale. Mostravi interesse per ciò che raccontava, la tua voce era calda. Allora ti ho solo osservato perché scelsi di lavorare con tua moglie. Poi ti ho incontrato a Madrid ad un convegno internazionale. Abbiamo partecipato allo stesso laboratorio. Anche tu ormai anziano maestro hai lavorato come uno di noi. Questo è stato un grande insegnamento per me: stare “tra” senza timore di essere se stessi. Grazie Erving. Un grande abbraccio.
Lucia Marchiori