All’esame delle Dipendenze Patologiche e le Nuove Dipendenze dedicheremo la prossima lezione del Corso di alta formazione in Psicopatologia gestaltica, con crediti ECM. È possibile partecipare come uditori.
Dipendere dalla persona amata è una modalità relazionale assolutamente fisiologica sin dalle prime fasi di sviluppo dell’essere umano. Ed è proprio sullo strutturarsi di questa capacità che si creano le basi per la crescita della complementare capacità di differenziazione e autonomia.
Come per le altre forme di Dipendenza Patologica, anche per le dipendenze affettive dobbiamo pensare a dove collocare il disagio del paziente su quel continuum che va dalla dipendenza sana a quella patologica.
A prescindere dall’orientamento terapeutico, tutti coloro che hanno lavorato sulla problematica delle dipendenze affettive sono concordi nel ritenere che le origini di essa siano da rintracciare in relazioni affettive inadeguate e carenti con le figure di riferimento primarie. (Norwood R. 1985, Ghezzani N. 2015)
In un’ottica gestaltica, nella fase della dipendenza sana del bambino dalla madre c’è stato un vuoto, una mancanza dell’Altro che ha offerto una relazione non nutriente e priva del riconoscimento dei bisogni del bambino. Quest’ultimo, dunque, è rimasto “affamato”.
Elemento principale che si riscontra costantemente nel vissuto del dipendente affettivo con stile confluente è la sensazione di “non esistere” senza e al di fuori della relazione con il partner. Vissuti di annientamento, vuoto, colpa, incapacità, rabbia, dissoluzione, bisogno disperato dominano l’esistenza quotidiana del soggetto. Si ha l’esperienza di vivere solo se si è attaccati, aggrappati all’altro.
La soggettività del partner non è vista nella sua alterità e unicità, ma come strumento di salvezza e il senso del proprio valore dipende esclusivamente dall’approvazione dell’altro.
Nonostante la modalità confluente di dipendenza affettiva sia più frequente, si incontrano anche pazienti con comportamenti retroflessivi. In questo caso a far figura è l’immagine di una persona forte e realizzata, ma in realtà profondamente bisognosa e dipendente da un legame non nutriente. In questa tipologia rientrano anche quei casi in cui il soggetto con dipendenza affettiva è legato ad un partner con stile retroflessivo che, nonostante manifesti atteggiamenti di disinteresse e rifiuto nei confronti della relazione, non riesce a lasciare il partner, manifestando, dunque, una forma di controdipendenza. Quest’ultima, anche se fenomenologicamente diversa, rappresenta comunque una forma di dipendenza affettiva.
Giovanni Salonia